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Libri in Fiera, tra narrazioni e percorsi poetici



In un paesaggio quanto mai movimentato e ricco di proposte stimolanti, narrazioni distopiche si allacciano, in Fiera, a corpose saghe familiari e malesseri individuali diventano la cifra di uno smarrimento collettivo. È quanto accade nell’ultimo potente romanzo di Giulia Caminito, “Il male che non c’è” (Bompiani) che dà espressione all’interiorità del protagonista e insieme a una generazione che non si sente a suo agio nel mondo. S’interrogano sui rapporti familiari, da versanti diversi, l’ex giudice Maria Grazia Giammarinaro in “Donne di un altro mondo” edito da All Around, un’avvincente storia ambientata in Sicilia nella prima metà del Novecento e la filosofa Gloria Zanardo che in “Scene madri”, pubblicato da Gabrielli, ripercorre il rapporto con la vecchiaia estrema della madre. Due romanzi editi da Pandilettere fanno il punto sulle relazioni: in “Zenzero e cannella” la psicologa Ileana Aprea intreccia l’esistenza di due donne diversissime tra loro, mentre in “Quando l’amore sfinisce”Antonella Antonelli, attrice e drammaturga, riflette sulle molteplici ragioni per cui anche i legami più forti finiscono (e ci sfiniscono).E se in “Anime interrotte” edito da Ventura Roberta Melchiori, terapista shiatsu, esplora le dimensioni della fragilità e della forza interiore, Maristella Lippolis nel suo ultimo romanzo “Donne che non muoiono”(Vallecchi) unisce con grande efficacia la forza interiore individuale a quella che nasce dal legame di solidarietà con le altre donne e Claire Etcherelli racconta, in “Elise o la vera vita”, edito da L’orma con la traduzione di Anna Scalpelli, la storia di un amore capace di sfidare, nella Francia degli anni cinquanta, pregiudizi razziali e sociali.Due storie ambientate in Argentina ci riportano alla brutale realtà della miseria estrema, come accade in “Perché il fiume cancelli tutto”, il romanzo di Claudia Chamudis ambientato in un villaggio indigeno, pubblicato da Le Commari con la traduzione di Ilaria Magnani, e della dittatura militare, rappresentata da Malena Scunio in “Il sale del ricordo” edito da Nova Delphi con la cura di Susanna Nanni: un libro in cui l’autrice, figlia del colonnello Alberto Scunio, ricostruisce la dimensione privata e quella pubblica di una tragedia che ha segnato la storia del Novecento.Ci invitano a guardare oltre i confini del nostro tempo e del nostro mondo la psicologa Giovanna Repetto con “L’arte di non muoversi” (Delos Digital),ambientato in un vero e proprio eden, Pianeta, che ha perso ormai da secoli il contatto con la Terra, e l’economista Stefania Cenciarelli che, in “Utopia dell’opulenza”(Elemento 115) , delinea una società colta da un crescente disgusto verso i beni materiali. A metà strada tra l’indagine romanzesca e il saggio si colloca il libro di Maria Cristina Martini “Fantasmi a Roma”, pubblicato da MMC edizioni, una mappa dei luoghi della città in cui si palesano visioni di spettri famosi.

Costituisce un’autentica sorpresa la pubblicazione, ad opera delle Edizioni di Storia e Letteratura e con la cura di Giulia Tellini, di “Il divorzio”il dramma scritto nel 1864 dalla giornalista e poeta livornese Angelica Palli e rimasto finora inedito; così come un inedito contributo alla conoscenza di Antonio Fogazzaro ci viene da “Gina mia carissima”, volume uscito con la cura di Giulia Brian presso le Edizioni dell’Accademia Olimpica che raccoglie le numerose lettere scambiate tra lo scrittore vicentino e sua figlia Teresa, chiamata familiarmente Gina.Passando dalle narrazioni alle rappresentazioni poetiche, ci si imbatte in percorsi tra le figure femminili che ci hanno dato ispirazione e nutrimento, secondo una prospettiva collettiva come fa Cristina Carlà che, in “Donna Eleonora” edito da Collettiva Edizioni Indipendenti, racconta, in una mescolanza di dialetto salentino e lingua italiana, figure di donne del passato e del presente, oppure individuale come quella che viene rappresentata in versi potenti da Francesca Fiori in “Le nutrici”, edito da All Around e vincitore del premio Lunatika Poetry Slam. È un premio che condivide con una raccolta della stessa casa editrice, “Me dò” di Martina Corona, capace di trasportarci, attraverso la forza espressiva del dialetto romanesco, nei luoghi meno conosciuti della città.Nelle tre sezioni di “Movimenti terra”, proposto da Collettiva Edizioni Indipendenti, Simona Cleopazzo si misura con vissuti autobiografici e grandi temi collettivi, come lo sfruttamento e la precarietà del lavoro, mentre Ornella Mereghetti nelle due sillogi “Ti bacio la notte ”e “Seme d’infinito e buio d’abisso”, entrambe pubblicate dalla casa editrice Zephyro, s’inoltra nei meandri dell’interiorità.Di grande intensità le due raccolte edite da Gattomerlino: risuonano eventi di drammatica attualità nei componimenti che Elisa Audino ha raccolto in “Esodo”, mentre in “L” Francesca Del Moro cerca di elaborare il lutto per una perdita che è rimasta incisa nell’anima con il soccorso di una persona amata e della parola poetica.


Maria Vittoria Vittori

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