top of page

Raccontare coordinate e soggettività nuove



Costituisce un importante snodo tematico, in questa edizione di Feminism, l’esigenza di trovare nuove forme di comunicazione che sappiano rendere conto efficacemente delle soggettività e delle problematiche nuove che si vanno delineando. Protagonisti del dialogo “Pratiche dell’informazione tra storie rimosse e nuove sfide”, previsto per venerdì 28 febbraio alle ore 17 in sala Tosi con il coordinamento della giornalista Monica Pietrangeli e la partecipazione di Patrizia Cacioli, Raffaella Serini, Camilla Vivian e Domitilla Pirro, sono testi coraggiosi, capaci di snidare le storie rimosse - per ipocrisia, o per paura di ciò che non si conosce - e di affrontare le sfide lanciate dalla contemporaneità. S’inoltra nel tema dell’intelligenza artificiale l’ultimo numero della storica rivista femminista DWF “Femministe col BOT. Tecnologie e intelligenze artificiali” nella convinzione, espressa nell’editoriale, che “è tempo di occuparsi di AI oppure sarà l’AI a occuparsi di noi. E questo potrebbe aprire scenari che non prevedono (…) lo stare al mondo da femministe”.Si rivolgono alla dimensione della corporeità gli altri volumi in dialogo, andando ad esplorarne gli aspetti più in ombra e portando la luce dell’informazione là dove c’è la zona grigia del silenzio e dell’ipocrisia. Come fa la giornalista Raffaella Serini in “Come nascono (davvero) i bambini oggi” edito da Mimesis, un documentatissimo viaggio alla scoperta della procreazione medicalmente assistita. E come fa anche Camilla Vivian, scrittrice e attivista che nel 2016 ha aperto il blog “Mio figlio in rosa”, nel suo ultimo libro pubblicato da Manni “Protect trans kids. Come le famiglie possono accompagnare la crescita delle giovani persone transgender”. Mentre Domitilla Pirro e Benedetta Petroni, autrici del podcast “A gambe larghe” sulla violenza ostetrica, raccolgono la sfida, nel loro libro edito da Effequ “Utero con vista. Guida formidabile di orientamento genitale”, di far chiarezza, contro i pregiudizi e le pressioni sociali, sulla salute riproduttiva femminile.E continuando ad esplorare le molteplici dimensioni della corporeità, ci si imbatte nel dialogo “Corpo affetti e logiche di mercato” previsto per sabato 1 marzo alle ore 18 in sala Lonzi con il coordinamento di Stefania Mariani, a lungo docente di filosofia morale presso l’Università di Roma La Sapienza, e gli interventi di Federica Salamino, Marta Ajò, Beatrice Sciarrillo e Elvira Mujcic.Al centro dell’attenzione qui sono i corpi fragili e vulnerabili, i corpi feriti all’interno di una società sempre più aggressivamente dominata da logiche di consumo e visibilità. Feriti da una mancanza genetica, come la sindrome di Rokitansky che viene raccontata in modo ironico e profondo nella graphic novel “Circo Rokitansky”, edita da Le Plurali, dalla giornalista Federica Salamino e dall’illustratrice Clara Gargano; oppure feriti dall’anoressia, come raccontano da angolazioni diverse ma ugualmente dolenti la giornalista Marta Ajò in “Di cibo e di amore” edito da Graphofeel e la copywriter Beatrice Sciarrillo nel suo romanzo d’esordio “In trasparenza l’anima”, pubblicato da 66thand2nd. Storie che mettono a nudo i complessi meccanismi dei disturbi alimentari, ma anche quelli che governano le relazioni più intime.A questi corpi che continuano a serbare memoria delle loro ferite sembra rivolgersi idealmente la scrittrice bosniaca Senka Marìc nel suo romanzo “Corpo kintsugi”, pubblicato da Antonio Mandese editore con la traduzione di Elvira Mujcic. Chiamando in causa l’arte giapponese di riparare le ceramiche rotte con l’oro liquido, l’autrice racconta la storia di un corpo sopravvissuto alla malattia.


Maria Vittoria Vittori

Comments


bottom of page